Il 17 dicembre 2022 è stata approvata dal consiglio regionale del Lazio una nuova norma, volta a incentivare la parità di genere, contrastare pregiudizi e stereotipi, nonché a promuovere la formazione, il rafforzamento delle competenze, l’aumento della presenza in ambito lavorativo e nei percorsi di sviluppo delle carriere delle donne nelle discipline Stem – scientifiche, tecnologiche, ingegneristiche e matematiche.
Elena Bonetti, già ministro per le pari opportunità, l’8 marzo 2022 ha inviato una proposta per la parità di genere contestualmente alla Next Generation Ue, parlando di ecologia, fiscalità, infrastrutture e lavoro femminile in tutti i settori, ponendo così le basi teoriche per lo sviluppo italiano in ambito europeo, in questo ambito, nei prossimi anni.
In un’intervista ha anche citato la “Tampon tax” e la parità salariale, parlando della possibile riduzione dell’Iva dal 22% al 10% sugli assorbenti femminili, dell’empowerment delle donne in ambito lavorativo e addirittura della possibilità di una busta paga più sostanziosa per le donne che rientrano al lavoro dopo aver partorito.
Cenni storici e prospettive
La parità di genere nel passato era vista in modo molto diverso rispetto ad ora: nell’arco di vent’anni il trattamento della donna rispetto all’uomo ha visto molti miglioramenti, ma non siamo ancora arrivati effettivamente al risultato soddisfacente.
Tra il XIX e il XX secolo si è assistito all’aumento numerico delle donne nell’ambito lavorativo, ma con un minore riconoscimento sociale rispetto all’uomo. Al tempo infatti era normale che la donna lavorasse in casa, svolgendo varie attività senza avere un reddito.
Dopo la Seconda guerra mondiale le donne ottengono il diritto di voto e, con l’entrata in vigore della Costituzione Italiana, vengono sanciti alcuni principi fondamentali in tema di parità di diritti tra uomo e donna.
Le disuguaglianze oggi riguardano soprattutto la partecipazione al mercato del lavoro, la parità di retribuzione, il raggiungimento di un equilibrio armonico tra lavoro e vita privata, la rappresentanza femminile in importanti posizioni aziendali e la distribuzione del lavoro di cura, inteso come quell’insieme di pratiche di lavoro domestico non formale svolte a favore di soggetti non autosufficienti come anziani, bambini e disabili.
L’Unione Europea prevede varie iniziative iniziative per limitare queste disparità: la strategia per la parità di genere 2020-2025; l’impegno nel raggiungere “l’obiettivo 5” dell’agenda ONU 2030 (“Raggiungere l’uguaglianza di genere ed emancipare tutte le donne e le ragazze”). Come evidenziato dal Global Gender Gap Report 2021 ci vorranno però ancora 135 anni per raggiungere una reale parità di genere.
Secondo il nostro punto di vista, il mondo in cui viviamo non riesce a vedere la donna al potere, anche se oggi alcune aziende di spicco sono a guida femminile: nonostante svolgano questo importante ruolo, le donne sono più che in grado di occuparsi della loro vita privata. Diamo loro fiducia!
Marta e Gaia, Liceo Artistico Foppa – indirizzo Arti Figurative