La guerra è alle porte dell’Europa, ma in qualche modo è ancora molto lontana. Difficilmente possiamo immedesimarci nel terrore di chi sente una bomba esplodere a pochi metri. Le immagini e le fotografie di telegiornali e giornali sono superficiali, spesso sgranate e non scavano a fondo nel dramma della guerra.
Mi sono chiesto: come far capire meglio la guerra e il suo dramma ai miei studenti?
Leggere le poesie di Ungaretti non bastava e l’idea mi è giunta da un post di Twitter dove si confrontavano le foto della famosa battaglia di Verdun del 1916 e le fotografie del fronte russo-ucraino attorno a Bakhmut.
Quindi per aiutare a capire il dramma della guerra di ieri e di oggi, gli alunni di quinta sono stati invitati a guardare, a recensire e a riflettere su due film riguardanti la prima guerra mondiale: 1917 e Nulla di nuovo sul fronte occidentale.
“1917″ di Nadia, Alessandro, Michele, Sabie
“Questa guerra può finire solo in un modo: vince chi sopravvive”.
“1917” è un film del 2019, la cui regia è dell’americano Sam Mendes. Il film ha vinto numerosi premi tra cui tre premi Oscar. Gli attori principali e protagonisti del film sono: George Andrew J. MacKay che interpreta il caporale William Schofield e Dean-Charles Chapman che interpreta il caporale Tom Blake.
Il film nacque nel momento in cui il regista decise di ispirarsi ai racconti di guerra di suo nonno Alfred Hubert Mendes, il quale aveva combattuto per due anni sul fronte francese. Pur ripresa da vicende reali, la sceneggiatura del film è però un’idea originale di Mendes.
Due giovani caporali, Tom Blake e William Schofield, del Fronte Occidentale, vengono incaricati di consegnare un ordine urgente del Generale Erinmore, per arrestare l’attacco, previsto per il giorno dopo voluto dal II battaglione del Devonshire, poiché la linea tedesca non si è ritirata e anzi sta preparando una trappola.
Per questo motivo i due caporali devono fermare l’attacco prima che 1600 uomini, tra cui il fratello del caporale Blake, rimangano in trappola. I due ragazzi sono quindi costretti ad attraversare la”terra di nessuno” per compiere la missione.
Un aspetto tecnico che rimane impresso di questo film è lo stile con il quale è stato girato. Infatti il regista insieme al direttore fotografico Roger Deakins ha girato il film in diversi piani sequenza che poi ha montato insieme per dare un effetto di scena continua che non si interrompe mai.
La parte che rimane più impressa è la morte di Tom Blake. Questa scena, nella quale Blake cerca di soccorrere un soldato tedesco che ha appena avuto un incidente aereo, fa capire come durante la guerra ci possano essere atti violenti e di crudeltà, come la pugnalata dell’ingrato tedesco, e atti di estrema umanità, come quello di William Scholfield che decide di rimanere con l’amico fino alla sua fine.
Un’altra scena che colpisce è la corsa contro il tempo del caporale Scholfield per avvisare il battaglione. Il soldato non arretra e non si arresta sotto le bombe, anzi continua a correre per fermare una guerra troppo lunga. Risulta incredibile come un uomo possa affrontare simili pericoli per adempiere ad un compito.
Inoltre è strabiliante come vengano rappresentate le trincee e i soldati, il loro sfinimento, persone normali inserite in un contesto ai limiti della dignità umana.
Guardare questo film aiuta a capire il concetto di guerra e di miseria che ci sembra molto lontano, anche se, persino oggi, ci sono in corso scontri tra Russia e Ucraina. Effettivamente, ascoltando le lezioni in classe e sentendo il numero di vittime, non si riesce ad avere una concezione reale, però, prestando attenzione alle scene del film, si riesce ad avvicinarsi di più a quelli che sono i fatti reali.
Le scene di sofferenza e di morte fanno riflettere su come ogni giorno di guerra i soldati rischino di non tornare più a casa. Inoltre la sofferenza mentale era enorme anche per la famiglia che si trovava a casa e attendeva con tanta speranza. Fare guerra è inutile e vuol dire non dare importanza alle vite delle persone.
“Niente di nuovo sul fronte occidentale” di Michele e Chiara
“Niente di nuovo sul fronte occidentale” (“Im Westen nichts Neues”) è un film tedesco del 2022 diretto da Edward Berger, tratto dall’omonimo romanzo di Erich Maria Lamarque.
Il film narra gli avvenimenti dalla primavera del 1917, quando il diciassettenne Paul Bäumer si arruola nell’esercito tedesco insieme ai suoi compagni di scuola, fino all’armistizio di Compiegne del 1918, quando la Germania firma la resa.
Paul, dopo essere stato schierato nel nord della Francia, vede morire uno dopo l’altro tutti i suoi compagni e la sua visione romantica della guerra viene sconvolta dalla terribile realtà di trincea sul fronte occidentale.
L’opera colpisce molto per come è stato raccontato questo momento straziante della storia dell’umanità. Si potrebbe paragonare questo film a delle montagne russe, perché è caratterizzato da innumerevoli alti e bassi di tensione che tengono lo spettatore in un continuo stato d’ansia. Molte scene colpiscono lo spettatore, alcune sono a dir poco strazianti.
L’inizio con la carica cruenta dei soldati tedeschi è adrenalinica, merito anche della colonna sonora che è perfetta e accompagna ogni momento donandogli forza e tensione.
Un’altra scena che rappresenta bene la trasformazione della persona sul campo di battaglia è l’uccisione da parte di Paul di un soldato francese. Nella confusione generale della terra di nessuno, Paul si ritrova in una buca solo con un soldato francese. All’inizio bestialmente Paul pugnala l’avversario più volte e lo zittisce con del fango in bocca, ma poi rinsavisce e vede nel nemico un suo coetaneo, torna da lui, mosso da pietà, e cercare di salvarlo. Questa parte lascia senza parole perché mostra come i soldati perdano la loro umanità e diventino pedine di un meccanismo più grande di loro.
Nonostante l’orrore, non si possono reputare i soldati cattivi nemmeno nelle loro azioni più efferate, ad esempio quando i francesi usano i carri armati per schiacciare gli avversari. È la guerra a renderli cattivi, a togliergli l’umanità e i veri responsabili sono i generali e i politici. Risulta vergognoso e senza senso il comportamento dei generali che, anche a pochi minuti dall’armistizio, continuano ad ordinare attacchi per un malato senso dell’onore.
La fine è sicuramente l’apice del film. Una vera e propria auto-condanna a morte per il protagonista, che non può non colpire lo spettatore. La morte di Paul che, una volta persi in modo orribile tutti i suoi amici, si ributta all’assalto della trincea francese pochi istanti prima della fine della guerra, è un momento crudo e poetico. Il protagonista, che è diventato un grumo di dolore ormai sa solo combattere e non ha motivi per tornare a casa, è disinteressato al suo destino per tutti i dolori e tutte le perdite che ha dovuto subire e che lo hanno completamente disumanizzato.
In sostanza direi che il film riesce molto bene a raccontare uno dei momenti più bui della nostra storia, andando a mostrare anche che l’idea che i soldati avevano della guerra era molto lontana dalla cruda realtà.
Gli alunni di V e il prof Rampini – Istituto Piamarta